Schio è stata al centro della prima rivoluzione industriale italiana, alla fine del 1800. È soprannominata la Manchester d’Italia per il suo ruolo nell’industria e commercio della lana nel nord, proprio come la città britannica. Le antiche fabbriche sopravvivono ancora oggi, parte di un ricco patrimonio di archeologia industriale.
Villa Rossi fu dimora di Alessandro Rossi, industriale tessile locale, parlamentare e figura chiave nel panorama della prima rivoluzione industriale italiana. Il proprietario della Lanerossi aveva capito che, per avere successo, l’industria doveva entrare a far parte del tessuto sociale locale, promuovendo il miglioramento delle condizioni di vita della sua forza lavoro, convinzione maturata in seguito agli sviluppi nel mondo sindacale britannico e francese di quel periodo. A questo fine, si impegnò a realizzare opere di valore sociale quali, tra le altre, l’Asilo Rossi, per i figli degli operai in età prescolare, i corsi serali di alfabetizzazione per gli operai stessi e una Scuola Industriale a Vicenza volta a formare operai altamente specializzati e capi reparto.
La Fabbrica Saccardo era un complesso di circa diecimila metri quadri legato alla produzione di accessori per l’attività tessile del territorio, come spolette, navette, rocchetti, e così via. Alla fabbrica iniziale si è poi affiancata una centrale idroelettrica sul vicino torrente Orco per generare l’energia elettrica necessaria alla produzione industriale della zona.
Abbandonata negli anni ’60, un piccolo consorzio di aziende locali ha dato inizio al recupero del sito negli anni ’80, trasformandolo in uno spazio per uffici, laboratori, ed eventi.